Chi sono

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Perché il bosco?
Amo gli alberi da sempre, in ogni stagione, in ogni ambiente e considero il bosco un luogo di rinascita, di silenzio e di meditazione. E’ per me un luogo di vita, dove sento il respiro delle foglie e dove mi accoglie l’ombra e il profumo di resina. Ogni volta che posso camminare tra gli alberi mi sento in connessione con la natura, mi affascina la forza dei tronchi secolari e la fragilità delle piante giovani che si fanno spazio tra quei giganti. Sono affascinata dai mutevoli colori del sottobosco, dai rumori delle foglie secche sotto ai miei passi ed è netta la dolce sensazione che tutto questo sia così da sempre e per sempre non debba cambiare. E se anche un evento meteorologico troppo intenso, una frana, una forte nevicata, un incendio o solo la mano dell’uomo fanno si che questo equilibrio di sentimenti si spezzi, il bosco, lasciato a sé stesso, riprende il suo spazio e la sua vita. 
Per questo mi piace dipingere angoli di bosco, quello stesso bosco in cui ho camminato e pensato, in cui mi sono sentita parte di questo meraviglioso mondo. La natura merita il nostro rispetto: noi respiriamo il respiro degli alberi, la nostra vita dipende da loro.

Maurizia Quadrelli

Nei paesaggi nati dall’osservazione della natura, la mano di Maurizia Quadrelli obbedisce spontanea ad un sentimento autentico di vedere, di sentire e di amare quanto la circonda.
L’artista spesso raccoglie un gruppo di alberi sopra un poggio o li allinea in filari ritmati e, a volte, apre orizzonti improvvisi oltre il movimentato profilo delle colline.

E’ la sua tavolozza che trova gli accordi meno abituali al nostro occhio, stendendo tonalità pastello dal cielo alla terra o incupendo gli azzurri con riflessi rossastri… è la gentile pennellata che scioglie i nodi delle ombre in sottili vibrazioni lineari. Accanto a tutto questo, in una semplicità che si scopre necessaria, c’è la presenza del silenzio in tutte le sue espressioni, quegli spazi raccolti e chiusi che sono la deliberata alternativa alla normalità. I colori leggeri che solleticano la superficie, il macerarsi lento ed inesorabile delle cose, il corso lungo della vita, l’albero che allunga il suo ruvido e affaticato tronco per esplodere improvvisamente nella violenta trasparenza di un verde, nella viva ebbrezza delle sue foglie. 

E così gli alberi che Maurizia disegna e colora, le dolci albe, la verde campagna e le appuntite rocce, sono anch’esse ricordi e metafore di questo silenzio che pur impone una sua presenza attiva, cadenzando il tempo che passa

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